Dopo la fattura elettronica, l’obbligo di memorizzazione e trasmissione telematica dei corrispettivi rappresenta un ulteriore passo per l’addio alla carta, ma questa volta le novità interesseranno non solo le partite IVA ma tutti i contribuenti.

Lo scontrino elettronico è obbligatorio dal 1° luglio 2019, data a partire dalla quale sono stati obbligati a passare dalla carta al digitale gli esercenti con volume d’affari superiore a 400.000 euro.

Dal 1° gennaio 2020 è partita la seconda parte della rivoluzione digitale del fisco italiano, che interesserà la totalità della platea dei titolari di partita IVA che emettono scontrini o ricevute. Per venire incontro alle esigenze di adattamento delle imprese, per i primi sei mesi dall’obbligo è in vigore la moratoria dalle sanzioni, con la possibilità di invio dei dati dei corrispettivi entro il mese successivo a quello di effettuazione dell’operazione.

Scontrino elettronico 2020, cos’è e come funziona
Con il termine scontrino elettronico si fa riferimento alla memorizzazione e trasmissione telematica dei dati dei corrispettivi giornalieri, una delle novità introdotte con il Decreto Legislativo n. 127/2015, lo stesso che ha introdotto l’obbligo di fatturazione elettronica. La nuova modalità di certificazione dei corrispettivi interesserà i soggetti che svolgono attività di commercio al minuto ed assimilate, ovvero coloro che vendono al pubblico rilasciando lo scontrino fiscale o la ricevuta. I soggetti obbligati ad adeguarsi alla nuova modalità di certificazione delle vendite saranno quindi tutti coloro che esercitano attività per le quali non è obbligatoria l’emissione della fattura, salvo espressa richiesta del cliente (articolo 22 del DPR IVA). Si tratta ad esempio di alberghi, ristoranti, o negozi di vendita al pubblico.

Lo scontrino elettronico non sarà obbligatorio per tutti. Il decreto MEF del 10 maggio 2019 ha stabilito quelli che sono i soggetti esonerati, almeno in una prima fase.

Anche minimi e forfettari sono tuttavia inclusi tra i soggetti obbligati ad adeguarsi allo scontrino elettronico.

I commercianti che non hanno ancora messo in servizio i nuovi RT potranno utilizzare i vecchi registratori di cassa, rilasciando lo scontrino o la ricevuta fiscale al cliente e compilando il registro dei corrispettivi fino alla messa in uso del registratore telematico.

È questo quanto disposto dall’Agenzia delle Entrate con la circolare n. 15, che ha illustrato le novità introdotte dalla legge di conversione del Decreto Crescita, provvedimento che ha istituito una sorta di proroga di fatto per l’adeguamento alle nuove procedure.

Chi non ha adeguato il registratore di cassa acquistando i nuovi RT potrà avvalersi dell’invio tramite la procedura web dell’Agenzia delle Entrate, che consentirà di memorizzare i dati dei corrispettivi e trasmetterli

Per rendere meno gravoso l’adeguamento o l’acquisto dei nuovi registratori telematici sarà riconosciuto anche un bonus fiscale.